TRIESTE – Ritorna l'appuntamento con la Crese League. Anche quest'anno, Mattia Milazzi ha voluto fortemente questo torneo, inserito all'interno della più vasta edizione della Crese 2012 e che ha riscosso, alla sua prima apparizione nel 2011, grande successo tra i partecipanti.
Il merito di questo successo? Dobbiamo andare a cercarlo tra le capacità che la Crese ha di interpretare le ragioni e le passioni degli sportivi triestini. Complice un innalzamento della qualità del gioco nella Crese Cup e viste le tantissime richieste da parte dei non tesserati di poter avere a disposizione un torneo tutto loro, Mattia Milazzi ha ideato questo percorso parallelo che viene riproposto anche per l'edizione 2012.
A Trieste infatti sono moltissimi gli sportivi che praticano il calcio a sette durante tutto l'anno. Tornei come la Coppa Venezia Giulia fungono da vera e propria palestra annuale, dove, trovarsi con il gruppo di amici per sfidare compagini amatoriali della stessa età e non, è diventato un vero rito.
Rito che la Crese League riprende, offrendo la possibilità a chi negli ultimi anni aveva un po' sofferto la competizione della Crese Cup. Non che la Crese League non metta in scena rivalità e competitività, tuttavia l'anno scorso questa sezione ha rappresentato un grande successo.
Ventiquattro le squadre che hanno animato la Crese League alla sua prima edizione. Gli organizzatori pensano che quest'anno potrà andare ancora meglio, visto il fatto che già molti mesi prima dello start up, le richieste giunte sono moltissime.
Questa parte della manifestazione è ciò che forse rappresenta meglio il suo spirito. Non dobbiamo dimenticarci, infatti, che la Crese era partita ormai più di dieci anni fa, con l'intento di mettere a disposizione degli sportivi l'opportunità di giocare d'estate, senza far pesare troppo le rappresentazioni eccessive dello sport più bello del mondo. Crese League è l'erede di tutto ciò. Crese League è il custode gentile delle virtù sportive. Crese League è un luogo fisico, un terreno dove poter vivere certe emozioni, condividere amicizie, annusare il profumo della serenità che solo un calcio sano è in grado di trasmettere.    
Tutto ciò si traduce nella possibilità che le squadre hanno di schierare in campo solamente due tesserati. All'interno della rosa si può inserire ancora un giocatore dilettante mentre tutti i restanti giocatori non sono tesserati. Una scelta operata nel nome di quella che potremmo certamente definire come la Repubblica Democratica del Calcio.

Nicolò Giraldi